{"id":298,"date":"2020-12-11T17:40:07","date_gmt":"2020-12-11T15:40:07","guid":{"rendered":"https:\/\/astropills.it\/?p=298"},"modified":"2020-12-11T17:40:11","modified_gmt":"2020-12-11T15:40:11","slug":"il-dithering-in-astrofotografia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/astropills.it\/il-dithering-in-astrofotografia\/","title":{"rendered":"Il dithering in astrofotografia"},"content":{"rendered":"\n
Se c’\u00e8 una cosa dalla quale non si pu\u00f2 prescindere in astrofotografia, quella \u00e8 il dithering! L’applicazione del dithering infatti permette di eliminare un’enorme fetta di artefatti derivanti dall’elettronica del sensore della fotocamera.<\/p>\n\n\n\n\n\n\n\n
Il dithering \u00e8 una tecnica che consiste nel muovere di pochissimo la nostra montatura tra uno scatto e l’altro<\/strong>, preferibilmente su entrambi gli assi di ascensione retta e declinazione.<\/p>\n\n\n\n Cos\u00ec facendo tutti i difetti presenti sul sensore della camera, come hot pixels e pattern legati al rumore sia di lettura che dark current<\/strong>, saranno presenti ogni volta su pixel diversi nei vari frame. Difetti che la calibrazione con dark, bias e flat<\/a> purtroppo non corregge.<\/p>\n\n\n\n Questo fa s\u00ec che in fase di somma degli scatti, grazie al valore di sigma usato dalla funzione di rejection dell’algoritmo, questi pixel vengano classificati come outliers<\/a><\/strong> e scartati. Un outlier in statistica \u00e8 un elemento in un insieme di dati il cui valore si discosta di molto dal valore medio degli altri.<\/p>\n\n\n\n