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Tecniche di acquisizione

Creare librerie di dark e bias per astrofotografia

Uno dei passaggi fondamentali per chi pratica astrofotografia è quello di acquisire i frame di calibrazione, tra cui dark e bias frame. Soprattutto per i dark è un processo lungo e anche noioso, diciamolo! 😀

Una giornata uggiosa è il tempo migliore per crearsi delle librerie di dark e bias, in modo tale da avere master dark e bias già pronti da utilizzare per elaborare le nostre immagini astronomiche!

Librerie dei dark, come crearle?

Come dovreste già sapere, i dark frame servono per eliminare il rumore termico che si manifesta sotto forma di corrente oscura nelle nostre immagini. Inoltre permette anche la rimozione di eventuali hot pixel e rumore di lettura in maniera efficace, per quest’ultimo è però opportuno prendere una quantità di dark frame di almeno 30 scatti.

Se volete saperne di più su questo argomento e su altri relativi all’astrofotografia vi ricordo sempre che c’è il mio canale YouTube!

Vi ricordo che i dark frame devono avere lo stesso tempo di esposizione, lo stesso gain e temperatura dei light frame. 😉

Io solitamente organizzo le mie librerie così:

  • Gain: utilizzo tre impostazioni con la mia ASI 1600, 0-139-200, anche se 139 e 200 sono quelli che uso maggiormente.
  • Temperatura: la peltier della mia camera è estremamente performante e quindi d’estate riesco sempre a lavorare a -10 gradi, mentre d’inverno a -15.
  • Tempo: tranne che per M42 che richiede dei tempi molto brevi per il nucleo, di solito i tempi di posa che uso sono rispettivamente per RGB 60-120-180s e 120-180-300s per la banda stretta. I tempi più corti dipendono anche se uso o meno il mio Samyang 135 f2 per campi ultra larghi. 🙂

Quindi in sostanza facendo un po’ di matematica base abbiamo:

2 Gain x 2 Temperature x 3 Tempi = 12 librerie di dark

Per ciascun set prendo 30 dark quindi diciamo che ci vuole una giornata per farli tutti, ma non è un problema: utilizzando SGP o Ekos basta impostare le sequenze, mettere il tutto nello sgabuzzino o in luogo comunque fresco e buio e lasciarlo fare. 🙂

Per quanto tempo possono essere utilizzati i dark?

Generalmente rifaccio i dark una volta l’anno, anche se la regola dice 6-12 mesi. Questo perché il comportamento elettronico del sensore cambia nel tempo con l’usura.

Posso fare librerie di dark se ho una reflex?

Con una camera che non ha il controllo della temperatura i dark andrebbero presi a fine sessione, ma questo a volte prolunga di molto la propria nottata…

Io personalmente ho fatto così in passato e non ho avuto problemi con la mia D750, ovvero ho preso i dark a fine serata misurando la temperatura esterna e mi sono creato dei set di dark da utilizzare con range di 5 gradi Celsius.

Cosa vuol dire? Che se ho fatto un set di dark a 10° di temperatura ambientale, ho usato quei dark tutte le volte che la temperatura notturna è oscillata tra i 5 e i 10 gradi.

Questo perché la variazione di dark current ha un cambio sostanziale ogni circa 5-6 gradi di delta termico. Certo, non sarà un dark efficace come quello delle CMOS dedicate, ma se fate astrofotografia con reflex saprete che su molte cose dovete raggiungere un compromesso!

Librerie di bias e dark flat

Le librerie di bias, in caso voi le utilizziate, sono semplicissime da realizzare e anche molto veloci. Come per i dark dovete avere lo stesso gain e, possibilmente, la stessa temperatura per essere accademicamente corretti. 🙂 Quindi, sempre avvalendoci di matematica da prima elementare avremo:

2 Gain x 2 Temperature = 4 librerie di bias

Se invece utilizzate i dark flat, cosa che da diverso tempo a questa parte faccio anche io, una volta che avete trovato i tempi giusti per i vostri flat e i vari filtri potete farvi le librerie di dark flat. Nel mio caso avrò:

2 Gain x 2 Temperature x 7 filtri = 28 librerie di dark flat

Ne sono un bel po’ perché avendo sia filtri LRGB che SHO devo farne diverse, tuttavia non è necessario settare il filtro perché tanto è un dark frame e quindi di luce non ne passa!

Conclusione

In astrofotografia anche una giornata di pioggia può essere resa fruttuosa! Rielaborare vecchie foto, mentre vi preparate le vostre librerie di frame di calibrazione vi farà risparmiare molto tempo, sia in fase di acquisizione che di elaborazione. E poi basta impostare poche semplici sequenze sul software e fa tutto da solo, quindi…che aspettate? 😀

Cieli sereni!

4 risposte su “Creare librerie di dark e bias per astrofotografia”

Ciao Marco, complimenti per i tuoi tutorial veramente chiari e semplici. Vorrei porti un quesito sui file di calibrazione siano essi Dark-Flat o Bias. Una volta aquisito un numero sufficente di frame posso usare (nel mio caso) Deep-sky-stacker per creare il Master frame senza avere i file Light ? Grazie e buon lavoro.

Ciao Ignazio!
A memoria non ricordo perché non uso DSS da una vita, ma al massimo dagli un file qualsiasi come light e fai partire la sequenza di calibrazione, in tal modo ti genererebbe i master dark e bias che poi puoi utilizzare altrove. Tanto è indifferente quale “light” usi. 🙂

Ciao Marco, come sempre le tue spiegazioni sono super interessanti e soprattutto utili. Ti faccio una domanda che magari può essere stupida ma vorrei togliermi il dubbio: durante lo stacking cambia utilizzare i master dark, i master flat, etc rispetto all’inserimento di tutte le singole immagini dark, flat, etc? In sostanza, dopo che faccio tutte le mie sequenze di frame di calibrazione, posso buttare tutti i singoli file e conservarmi solo i master e inserire solo questi all’interno di DSS (o di qualsiasi altro software che faccia lo stacking)?
Grazie mille

Ciao!
Puoi utilizzare i master frames e cestinare i singoli RAW, altrimenti ogni volta lui si deve rigenerare i master e non avrebbe molto senso. 🙂

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