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Tecniche di acquisizione

La regola del 600 (o del 500): cos’è e come funziona

La regola del 600, a volte chiamata erroneamente anche del 500, è una convenzione fotografica adottata per calcolare i tempi di esposizione quando si fotografano le stelle. In particolare serve per calcolare il tempo di posa prima che si verifichi un fenomeno chiamato star trailing, ovvero l’allungamento delle stelle nello scatto fotografico.

Questo fenomeno si verifica perché il nostro pianeta, ruotando, crea un moto apparente della volta celeste dandoci l’impressione che le stelle si muovano durante la notte. Per la precisione la Terra ruota ad una velocità di 15° ogni ora, il perché di questo numero è facilmente spiegabile con il fatto che essa ruota di 360° in 24 ore, ergo 360 / 24 = 15.

La regola del 600 ci viene in soccorso quando vogliamo fare una fotografia notturna per esempio ad un paesaggio, alle stelle stesse o alla Via Lattea e vogliamo evitare questo difetto visivo, ottenendo stelle puntiformi come spilli.

Qual è la formula per calcolare il tempo massimo con la regola del 600?

La formula base e più semplice da utilizzare è la seguente:
T = 600 / (LF * FC)
Dove T è il tempo massimo di esposizione prima che si verifichi il trailing, LF è la lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato e FC è il fattore di crop del sensore utilizzato.

I fattori di crop sono i seguenti a seconda del formato del sensore:

  • 1 per i full frame
  • 1.5 per gli APS-C Nikon e 1.6 per quelli Canon
  • 2 per i micro 4/3
  • 2.7 e superiore per camere compatte con sensori da 1 pollice o più piccoli
regola del 600 star trailing
Il fenomeno dello star trailing quando si usano tempi decisamente sopra a quelli consentiti. 🙂

Perché proprio del 600?

La scelta del numero 600 è stata molto empirica da parte dei fotografi ed è un numero che solitamente funziona bene come valore di partenza nella maggior parte dei casi.
Dico maggiormente perché in realtà da un punto di vista scientifico non è una formula accurata, per 2 motivi fondamentali:

  1. La velocità del moto apparente delle stelle varia a seconda della distanza dalla stella polare. Difatti a ridosso dell’equatore celeste il moto angolare è superiore e si consiglia infatti di essere molto più conservativi con i tempi fino addirittura a dimezzarli.
  2. Il fattore di crop non è la vera discriminante che fa sì che le stelle appaiano mosse in minor tempo. Lo è invece la dimensione dei pixel del sensore, espressa in um (micron) che più è bassa e prima si verificherà il trailing. Il motivo per cui viene usato il formato del sensore è perché solitamente le reflex hanno all’incirca la stessa quantità di MP di risoluzione e questa, combinata alla dimensione fisica del sensore, determina una dimensione dei pixel inferiori.
    Immaginate 24MP in un sensore grande 36x24mm e gli stessi MP in uno grande 18×13. Nel secondo sensore i pixel saranno più piccoli e densi, rivelando maggior dettaglio (e raccogliendo meno luce) e di conseguenza mostrando prima il cosiddetto effetto “strisciata”.

Quindi la regola del 600 non è poi così affidabile come si dice?

Come detto sopra è un punto di partenza dal quale poi sperimentare con degli scatti di prova ed eventualmente abbassare il tempo di esposizione se il fenomeno delle stelle allungate diventa palesemente visibile. Come in tutte le cose che riguardano la fotografia bisogna capire qual è il giusto compromesso tra la qualità della foto che si vuole avere (per il monitor o la stampa) e i vincoli che ciò che stiamo fotografando ci impone, in termini di tempo soprattutto. A volte siamo costretti a stare sopra un certo numero di secondi per rivelare dei dettagli di un paesaggio e lo facciamo a discapito di stelle non proprio puntiformi, ma comunque accettabili. 🙂

Per una spiegazione tecnica e maggiormente dettagliata vi rimando al video del mio canale YouTube che trovate nell’articolo.

Cieli sereni!

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