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Tecniche di acquisizione

Astrofotografia a campo largo e campionamento

Quando si pratica astrofotografia a campo largo o paesaggistica, ci si imbatte nel problema del campionamento d’immagine. Vediamo come è possibile arginare il problema con piccoli semplici accorgimenti. 🙂

Una montagna con la cintura di Orione e le sue coloratissime nebulose che volteggiano nel cielo è qualcosa che lascia senza fiato. Fare astrofotografia non vuol dire solamente immortalare galassie lontane milioni di anni luce su tutto il sensore, ma è qualsiasi forma di fotografia che ci restituisce un pezzo del nostro universo sotto forma di pixel digitali. 🙂

Tuttavia se siete astrofotografi più navigati e non siete proprio agli inizi, avrete notato come ottenere un campionamento ottimale sia molto difficile se non impossibile.

Questo perché a focali molto corte avremmo bisogno di pixel davvero piccolissimi per raccogliere il dettaglio degli oggetti del profondo cielo!

Ha senso parlare di campionamento in astrofotografia paesaggistica?

Questa è una domanda che spesso mi sono posto nei miei scatti a campo largo dell’universo.

La mia risposta breve è NO. 😀

Il primo motivo è perché ottenere un campionamento ideale è tecnicamente impossibile, il secondo è che date le dimensioni dei soggetti all’interno del campo inquadrato, apprezzare i piccoli dettagli sarebbe possibile solo su stampe davvero enormi, quasi museali. 🙂

Quindi inseguire una chimera come il campionamento quando si parla di astrofotografia paesaggistica la ritengo una cosa sciocca e superflua. 😉

Quindi l’unica soluzione è rassegnarsi?

Ni. 🙂

Come tutte le cose in astrofotografia il segreto sta nel giusto compromesso! E’ possibile migliorare il campionamento delle immagini astronomiche a campo largo, seppur non si possa ambire ad un valore ottimale.

I due potenti amici ed alleati sono i seguenti: il dithering e il drizzling.

Ne abbiamo già parlato in questo blog precedentemente, ma grazie ad un dithering molto frequente ed aggressivo e, successivamente, l’utilizzo del drizzling in fase di integrazione, ci permettono di recuperare dettaglio che altrimenti avremmo perso a causa del sottocampionamento.

Quindi il mio consiglio è: effettuare il dithering quasi ad ogni posa se possibile, massimo ogni 2-3 e raccogliere il maggior numero di scatti possibile, almeno 60 affinché il drizzle poi abbia un effetto in fase di somma. Più scatti avrete, più dithering farete e migliore sarà la resa finale, ovviamente con dei limiti sia chiaro! 🙂

Conclusione

Il campionamento in astrofotografia a campo largo o paesaggistica ha poco senso, tuttavia con dei piccoli accorgimenti si può migliorare un po’ la situazione ed è quello che faccio anche io quando voglio avere uno spaccato molto ampio dell’universo!

Quindi ricordate sempre di fare dithering il più possibile, non solo per eliminare tutta una serie di problemi e difetti dei sensori, ma anche per recuperare un po’ di dettaglio che il nostro sistema da solo non riesce a raccogliere.

Cieli sereni!

2 risposte su “Astrofotografia a campo largo e campionamento”

Grazie per le dritte Marco.
Ma quando si fa fotografia a largo campo di solito si usa un inseguitore, che nel caso migliore è lo StarAdventurer di Skywatcher, il quale si muove solo su asse (AR). Il dithering, se così possiamo chiamarlo, è dunque solo questo asse. Come si può risolvere questo problema? (oltre al rumore a pioggia?)

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